IL SOGNO DI UNA COSA

"Avevo sbagliato tempo. Le onde arrivano in serie di sette.
La settima onda è grossa abbastanza da riuscire a portarci fuori vincendo la forza delle altre..."

lunedì 26 febbraio 2007

In Oscar we trust!

Martin finalmente ce l'ha fatta. Alla sua sesta (mi sembra) nomination. Era ora, o forse no. Forse avrebbe dovuto conquistarlo già in passato e per altri film veramente "suoi" (The Departed gli è stato commissionato dalla produzione, e poi è un remake di un film di Hong Kong di qualche anno fa). Io non l'ho visto e pertanto mi astengo dal formulare ogni commento e critica. Ma dico, se proprio si voleva premiare Scorsese, morsi dai sensi di colpa per non averlo fatto prima, bastava consegnargli la statuetta d'oro da quattro kili e mezzo come miglior regista! E premiare come miglior film Babel, autentico capolavoro realizzato da Inarritu a chisura della sua triologia! Come può una pellicola del genere, che supera per intensità emotiva e profonda umanità i precedenti Amore Perros e 21 grammi, passare quasi inosservata?

Capiamoci, a me degli Oscar frega poco, lo trovo un premio "scadente" e commerciale, dettato per lo più dalle solite leggi mercantili. Però c'è da dire che da grande risalto all'opera vincitrice, la amplifica, la diffonde, soprattutto tra le grandi fasce cosidette "popolari". Per questo facevo il tifo per Babel. Appena uscito, in Italia lo passavano poche sale e di conseguenza è stato visto da ben poca gente. Io stesso per vederlo l'ho scaricato da Internet. Una vittoria all'Oscar magari l'avrebbe rilanciato e gli avrebbe garantito una maggiore diffusione. Perchè un film che ti sbatte in faccia la realtà fatta di istituzioni dis-umane, manipolazione mediatica, fatti distorti, tragedie e incomunicabilità tra esseri umani proprio quando sono legati tra loro a scala globale in maniera sempre più salda va visto e rivisto. Più è veritiera e profonda la rappresentazione della realtà, più essa conferisce a prodotti industriali come i film il valore e il significato di "opera d'arte".

Vabè, si sa che gli Oscar ed Hollywood in generale sono tutto un "magna magna", che sotto c'è una mafia degna di questo nome... basta pensare alle 13 nomination e sette Oscar che si aggiudicò Shakespeare in love. Ma quando lo scorso anno vinse un film come Crash-Contatto fisico sembrava che qualcosa stesse cambiando, a cominciare dalle scelte dei membri dell'academy. La premiazione di quest'anno, a mio modesto parere, ha rimesso le cose al loro posto, e, parafrasando il poeta Augusto Monterroso, dico che il dinosauro è ancora li, e si che ci siamo svegliati.

Nessun commento:

"Il nostro motto dev'essere dunque: riforma della coscienza non per mezzo di dogmi, ma mediante l'analisi della coscienza non chiara a sé stessa, o si presenti sotto forma religiosa o politica. Apparirà allora che il mondo ha da lungo tempo il sogno di una cosa..." Karl Marx