Ne ha tante, questo è innegabile, ma una più delle altre salta agli occhi. Dopotutto il razzismo non è una ideologia, una fede in cui credere, un sentimento primordiale, nè tantomeno una aberrazione dello spirito come vorrebbe farci credere qualcuno. No, niente di tutto ciò. Semplicemente la reazione delle classi di mezzo, della piccola borghesia appunto, al "peso del mondo che la schiaccia", alla pressione economica, al "male di vivere quotidiano", all' insicurezza sociale , alla paura della perdita del lavoro e di tutto ciò che si è arrivati a possedere in una società sempre più precaria e in decomposizione. E allora cosa c'è di meglio che far ricadere le "colpe" di tutto cio' su qualche gruppo di persone ben definito, qualche minoranza etnica da usare come uno spauracchio? La Storia ce lo insegna. Ad esempio con l'olocauso degli ebrei.
Ma andiamo con ordine, anzi, andiamo in America e precisamente al confine U.S.A.-Messico. Recita il Corriere: "Usa: la resurrezione del Ku Klux Klan: l'organizzazione razzista ritorna a fare proseliti sia tra chi teme gli islamici che tra chi osteggia l'immigrazione clandestina e sul confine si verificano i primi attacchi degli incappucciati ai clandestini". Storia vecchia. Già da tempo si sapeva che la sorveglianza dei terreni a ridosso del confine (su cui nel frattempo è stato edificato un muro ben più lungo del suo "nonno" berlinese, che lo zio Sam smaniava giorno e notte di abbattere, e di cui tutti si fottono) era stata affidata a polizie private e vigilantes spesso reclutati proprio tra le vecchie file del (sembrava) disciolto movimento dei cavalieri bianchi. E non passa settimana senza che avvengano sparatorie a furgoni pieni di latinos e caccie al clandestino nel deserto, braccato come un animale. Dice l'F.B.I.: "La resurrezione del Ku Klux Klan è inquietante. Sfrutta la psicosi dell’assedio causata dalla guerra al terrorismo per seminare l’odio. Per un biennio dopo la strage delle Torri gemelle di Manhattan i cosiddetti cavalieri bianchi fecero proseliti tra chi temeva gli islamici. Ora li fa tra chi vede negli immigrati clandestini un pericolo per il proprio posto di lavoro, un fattore di inquinamento della società." Appunto, come volevasi dimostrare. Lo stato di cose attuali esaspera gli individui che lo subiscono ed il razzismo è una conseguenza sociale della realtà materiale avente conseguenze tragiche il più delle volte.
Veniamo alla fine della commedia. La situazione dovrebbe essere chiara anche al lettore più disattento. Abbiamo un confine tra i più militarizzati e controllati della Terra, con tanto di muro e dita sui grilletti.
Tutto ciò non ha impedito però ad un giovane architetto messicano, al suo staff e alle autorità competenti di partorire una nuova creatura investi-e-valorizza soldi, da edificare proprio su quei luoghi (per la precisione a Ciudad Juárez - El Paso): una struttura a ponte, che scavalchi materialmente e simbolicamente il confine e che unisca i due stati (e ovviamente i due popoli, come la retorica buonista obbliga a dire), contenente
un museo dedicato all'immigrazione.
Tutto ciò non ha impedito però ad un giovane architetto messicano, al suo staff e alle autorità competenti di partorire una nuova creatura investi-e-valorizza soldi, da edificare proprio su quei luoghi (per la precisione a Ciudad Juárez - El Paso): una struttura a ponte, che scavalchi materialmente e simbolicamente il confine e che unisca i due stati (e ovviamente i due popoli, come la retorica buonista obbliga a dire), contenente

Come è bello il mondo della fantasia! Magari faranno passare l'edificio attraverso una qualche fessura del muro. Magari esporranno pure qualche pallottola ancora calda. O magari torneranno coi piedi per terra, a guardare in faccia la realtà.
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